Agenzia delle Entrate:Le sedi del nostro territorio sono diventate terra di conquista!

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Bari, 14/03/2014

Al Dr. Gianni De Luca
Direttore Regionale dell’Agenzia delle Entrate della Puglia

Gentile Direttore,
abbiamo appreso del recente affidamento dell’incarico dirigenziale di Capo dell’Area di Staff della Direzione Regionale ad una collega funzionaria proveniente
dalla regione Molise.
Lei conosce la nostra posizione su questa materia: ci piace pensare che ognuno si debba assumere le proprie responsabilità.
Tuttavia, non può sfuggirle, proprio sulle responsabilità, la situazione di grave disagio organizzativo in cui versa, ormai da anni, questa Direzione.
E, certamente, non può sfuggirle che questo disagio è frutto di scelte, non proprio fortunate, che si sono succedute negli ultimi cinque anni con riguardo alle posizioni
dirigenziali di maggiore prestigio oltre che, ovviamente, di maggior onere.
Un po’ di cronistoria potrebbe essere utile. Nel 2009 l’allora Direttore Regionale scelse i due capi settore “tecnici” tra
dipendenti non pugliesi. Uno dei due non era dirigente e mantenne ad interim, fino alle tristi vicende a tutti note, l’ufficio Grandi Contribuenti.
La fine dell’esperienza infelice al settore Controlli e Riscossione ha portato a collocare, in questo ruolo così delicato e dopo una breve parentesi interinale di un altro dirigente non pugliese, un dirigente di fresca nomina della Scuola Superiore della P.A.. Un paio d’anni e via: verso altri incarichi.
Il settore Audit e Sicurezza, dopo il pensionamento del capo settore, venne diretto, ad interim, dall’allora Direttore Regionale. Dopo qualche mese, al cambio del
Direttore Regionale, venne scelta, sempre senza pescare tra le professionalità del nostro territorio, una funzionaria che non aveva nessuna precedente esperienza di
auditing. Questa collega, ancora oggi, mantiene l’interim del settore essendo transitata, nel frattempo, a dirigere il Settore Servizi e Consulenza.
I numeri, poi, sintetizzano e rappresentano bene la situazione evidenziata.
Infatti, il numero di nuovi incarichi dirigenziali di seconda fascia e primo livello retributivo affidati in Puglia dal 2009 (esclusi gli interim dei Direttori Regionali): otto,
di cui solo due a dirigenti di ruolo pugliesi e zero a funzionari di terza area.
Viceversa, per tre dei sei incarichi affidati a dipendenti non pugliesi sono stati scelti funzionari della terza area.
Analoga situazione vale per i nuovi incarichi dirigenziali di seconda fascia e secondo livello retributivo. Oggi, in Direzione Regionale, tutte le cinque posizioni
dirigenziali di secondo livello retributivo sono coperte da dipendenti che non sono cresciuti professionalmente nella nostra terra. Quattro di queste sono coperte da
colleghi incaricati di funzioni dirigenziali. Per tre di queste posizioni sono state selezionate persone, certamente valide professionalmente, ma che non avevamo
precedenti esperienze significative in materia.
O, almeno, non più di colleghi cresciuti professionalmente nel nostro territorio.
Le proponiamo, quindi, tre spunti di riflessione.
Gli incarichi che si sono succeduti negli ultimi anni hanno davvero portato un valore aggiunto a questa Direzione, così come un’organizzazione sana si aspetta?
E, tra questi valori aggiunti, non dev’esserci, forse, lo sviluppo delle professionalità e l’empowerment dei colleghi con i quali ciascun dirigente collabora?
Ed è possibile che, praticamente, tutte le valutazioni comparate che, immaginiamo, lei svolga nell’affidamento di un incarico trovino sempre i colleghi del nostro
territorio in svantaggio?
Siamo preoccupati per le tante aspettative, ormai da anni deluse, dei colleghi delle nostre sedi in quanto la mancanza di prospettive, tanto più quando appare
incomprensibile, non è mai un buon viatico per migliorare i risultati.
Siamo preoccupati perché i responsabili chiamati da fuori regione costano di più, in quanto percepiscono ordinariamente indennità di mobilità piuttosto onerose.
Siamo preoccupati perché il presidio delle strutture, inevitabilmente, può risentire del disagio che affrontano i capi ufficio che hanno le loro famiglie fuori dalla
regione.
Quindi, pur rispettando le sue prerogative al riguardo e pur comprendendo che le informazioni che lei impiega nelle scelte potrebbero non essere a noi note, ci
piacerebbe che i nostri spunti di riflessione consentissero finalmente di invertire la rotta ed evitare che le sedi del nostro territorio continuino ad essere terra di
conquista!

Il Segretario Prov.le FP CGIL
F.to Antonio Ventrelli